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Incontro Corregionali nel Mondo 2020. Bilancio positivo tra tradizione e innovazione

25 luglio 2020

Il dovuto ricordo per chi non c’è più (come fatto dalla giovane virtuosa del violino Laura Bortolotto, originaria di Prata di Pordenone e attualmente accademista all’Orchestra Sinfonica della Radio Bavarese che ha dedicato in un video un brano ai corregionali scomparsi a causa del Covid-19) unito alla voglia di guardare al futuro attraverso le visioni dei manager che stanno affrontando, qui in Friuli Venezia Giulia e nel mondo, le nuove sfide dell’innovazione: questi gli spunti emersi nel 43° Incontro dei corregionali all’estero dell’Efasce (l’Ente Friulano Assistenza Sociale Culturale Emigranti), che sabato 25 luglio nella Fiera di Pordenone si è svolto con un’innovativa formula tra pubblico presente, rispettando le disposizioni di sicurezza, e online con persone collegate non solo dall’Italia ma anche da Argentina, Australia, Belgio, Brasile, Canada, Francia, Germania, Gran Bretagna, Lussemburgo, Romania, Usa, Sudafrica, Svizzera, Uruguay e Venezuela, Paesi in cui sono attivi i Segretariati dell’Ente.

Organizzazione con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e della Fondazione Friuli, ed il patrocinio del Comune di Pordenone, della Camera di commercio di Pordenone-Udine e della Diocesi di Concordia-Pordenone. "Connessi per creare il futuro: l’apporto dei corregionali all’estero per la ripartenza del Friuli Venezia Giulia" è stato il titolo scelto per la serata condotta da Massimo De Bortoli e che si è aperta con il saluto del presidente dell’Efasce Gino Gregoris. «Dopo il coronavirus - ha dichiarato nel suo indirizzo di saluto Gregoris - abbiamo l’occasione di ripensare il futuro per il nostro territorio, forti anche dei collegamenti con i nostri corregionali, sia quelli di recente emigrazione che con quelli dell’emigrazione storica o loro discendenti di seconda e terza generazione.

Gli spunti e le visioni fornitici dall’Incontro 2020 li svilupperemo nel corso del prossimo anno, dove forse non potremmo viaggiare molto all’Estero ma terremo sempre i contatti con i nostri Segretariati e organizzeremo diverse iniziative online, dai corsi d’italiano a un progetto, che stiamo elaborando, di prospettive di sviluppo legate all’Expo 2021 a Dubai». Conclusioni affidate alla vicepresidente di Efasce Luisa Forte: «Il lockdown ci ha portato a provare nuove strade per la nostra azione di vicinanza ai corregionali - ha dichiarato -: con il lavoro di squadra che ha caratterizzato gli ultimi mesi vogliamo continuare, all’insegna dell’elasticità e freschezza che abbiamo potuto toccare con mano nelle esperienze di questo Incontro 2020».

Hanno detto

Paolo Vernier, presidente della Midj Spa, azienda del settore arredamento di Cordovado, ha ricordato i suoi inizi in un pollaio adattato a primo laboratorio suggerendo ai giovani di prepararsi per partire nei loro progetti con il piede giusto. Sul lockdown ha raccontato di come abbia permesso alla sua azienda di prendere strade nuove: è stata allestita una sala multimediale per tenere i contatti giornalieri con clienti, agenti e fornitori in tutto il mondo e uno show-room digitale per presentare i prodotti. Sul made in Italy ha confermato come sia sempre apprezzato per il gusto del bello che viene riconosciuto ai nostri prodotti, e in particolare a quelli del Nordest per l’abilità nel creare in poco tempo novità.

Anna Bortolussi, pordenonese general manager di Amazon Europe Market Place, ha raccontato di come sia fiera delle sue radici friulane, tanto da utilizzare, quando deve spiegare all’estero da dove proviene, l’espressione "una regione che è la Silicon Valley italiana", visto che le start up odierne sono quello che imprenditori illuminati del passato facevano qui partendo con le proprie aziende famigliari. Anche lei deriva da una di queste, essendo figlia di imprenditori, e dalle sue esperienze internazionali ha rimarcato il concetto della cultura del fallimento, che all’estero non è visto in negativo purché sia rapido e poco costoso: si tentano nuove strade senza paura ma se si vede che non danno risultati si passa rapidamente ad altro, arricchiti comunque da nuove esperienze.

Massimo Pascotto, pordenonese a capo di Sas Labs, il laboratorio interno di start up della Scandinavian Airlines: nel presentare in videocollegamento dalla Svezia alcuni dei progetti più innovativi che ha seguito recentemente (su tutti quello del primo passeggero imbarcato in aereo facendo il check-in con un microchip) ha spiegato come l’innovazione "costi" comunque impegno nonché il concetto degli acceleratori digitali per sviluppare le idee e di come sia fondamentale anche una visione ampia che trascende le singole competenze tecniche, citando l’esempio visionario di Steve Jobs.

Massimo Baù di Cecchini di Pasiano, professore associato alla Business school di Jönköping (Svezia) in videocollegamento ha raccontato come nel mondo sia apprezzata la specificità italiana delle aziende famigliari, che sono circa il 60%.

Lisa Roman, vicepresidente dell’Efasce di Philadelphia, ha rimarcato l’importanza per i giovani discendenti degli emigranti della prima generazione di mantenere vivo l’uso della lingua italiana.